L'antica Storia di Balconevisi
Come nacque l'antico borgo della Valdegola
Nel IX secolo la Valdegola doveva, soprattutto nelle zone pedecollinari e collinari, essere quasi completamente coperta da boschi e questo implicava certamente un duro lavoro di disboscamento per coloro che lì volevano andare ad abitare. Si cercava di disboscare perché, anche se i corsi d'acqua potevano costituire un aiuto prezioso, nei momenti di piena portavano solo calamità: “preti, signori e fiumi sono vicini scomodi”, si diceva già allora. Per i contadini, che, anche e forse più, nel IX secolo erano costretti a vivere nell'indigenza, un'alluvione significava spesso morte per fame.
Comunque sia, troviamo in questa zona, fra le altre località, Monte Labro nell'865, Meliano nell'874 e Cisiano (molto probabilmente Cignano di Collegalli) nell'880.
Monte Labro, con la chiesa di San Pietro, ricordato in due pergamene dell'865 - come già citato - è una collinetta a Nord Ovest dell'attuale Balconevisi e doveva essere un oratorio fuori dalle mura dell'omonimo castelletto che, molto probabilmente, doveva sorgere sulla collina proprio sopra la via nuova, con un accesso alla chiesa che ricorda molto quella verso la più recente chiesa vecchia. Nel 916, quindi solo 51 anni dopo, viene edificata a Valle Chunichisi una chiesa dedicata anch'essa a San Pietro, e nello stesso anno un documento parla di ambedue le chiese; San Pietro in Monte Labro e San Pietro in Valle Chunichisi e questo porta a fare un po' di confusione: come mai due chiese così vicine dedicate allo stesso Santo? Il mistero può essere in parte svelato da un documento del 935 che fra le altre località parla ancora di Monte Labro e di Valle Chunichisi e dice: “Fundamenta, ubi fuit jam nominata ecclesia S. Petri”.
Sembra così che una nuova chiesa fosse stata edificata in un luogo forse più agevole e più sicuro. Passano altri 50 anni e in un altro documento del 983 troviamo le due località: Valle Chunichisi e Monte Labro, ancora nominate insieme. Si scavalca il millennio smentendo gli invasati della fine del mondo: “Mille e non più mille” dicevano e predicavano impaurendo così gran parte del popolo e non solo, e si va verso un deciso miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Non si tratta però di un nuovo slancio per uno scampato pericolo, ma più semplicemente dei frutti di un cambiamento della gestione del territorio. Se nell'età carolingia la norma era quella di ottenere 2/2 volte e mezzo il seminato, ora si raggiungono le 5/6 volte grazie a dei nuovi metodi di coltivazione. Anche se il pane di segale continua a essere il “cibo” consumato, il genere sotto forma di zuppa bollita con alcune verdure, comincia a comparire, anche se pure in maniera molto timida, sulle tavole, insieme a formaggi e addirittura carne. Ma torniamo a noi.
Al 1004 risale una carta che parla di due castelli: Cumolo e Scopetolo. Il primo come appartenente ai Conti della Gherardesa e vicino ad Agliati. Scopeto si trovava, invece, vicino all'Egola, nel territorio della Pieve di Quarantiana e San Iacopo da Scopeto e San Pietro da Valconeghisi erano unite nel pagamento delle decime, quindi dovevano essere molto vicine. Esiste addirittura una tesi per la quale sul poggio di Balconevisi sorgesse il Castello di Scopeto e Valconeghisi, da qui la prima parte del nome, forse a valle. A fare più confusione è un documento del 1030 nel quale si parla del “Monte, poggio e castello” di Monte Labro e del luogo, quindi né monte né poggio, di Valconeghisi, come se Scopeto avesse cambiato il nome nell'altro, Valconeghisi, quando la popolazione del borgo al piano andò ad abitare a monte per ragioni difensive e logistiche, cosa, questa, che si è verificata in molti altri luoghi. Ma a contraddire tali ipotesi sta il fatto che Valconeghisi è già castello nel 1172 e nello stesso periodo ci sono molti documenti che parlano del castello di Scopeto, l'ultimo dei quali porta la data del 1258, Scopeto, quindi, seppur vicino, non era sul poggio di Balconevisi. Forse Valcuneghisi era davvero a valle e la sua gente andò ad abitare il castelletto a monte che probabilmente aveva nome Monte Labro con la sua chiesa di San Pietro. Tale Monte Labro sembra scomparire dai documenti posteriori al 1030.
Quindi possiamo dire che Valconeghisi sia nato come borgo a valle, che gli abitanti siano andati ad abitare, intorno alla metà dell'XI secolo, il piccolo castello di Monte Labro (che si trovava a monte), che lo abbiano ingrandito e fortificato e che abbiano costruito una nuova chiesa dedicata a San Pietro, lasciando in rovina quella ricordata nell'863.
Scopeto era, evidentemente, un altro castello costruito su di una collina vicina a Monte Labro, con la sua chiesa dedicata ai Santi Cristofano e Jacopo (guarda caso due santi cari ai pellegrini). Quando quest'ultimo castello rovinò, in fine '200, inizio '300, uno dei Santi titolari della chiesa, Jacopo, fu portato nella vicina chiesa di San Pietro, divenendone contitolare. Mentre l'altro, Cristofano, cadde nel dimenticatoio.
Ricapitolando, Balconevisi nasce nella valle tra l’attuale paese, allora Montelabro, e Migliano, allora Scopeto. Quando dovette si dovette salire in collina per maggiore sicurezza, si scelse Montelabro perché permetteva un maggiore sviluppo, da allora prese il nome di Valcuneghisi, poi Balconevisi, mentre il castello di Scopeto sparì definitivamente nel ‘300 anche a causa della famosa “peste nera” nel 1348.
Questa è la mia tesi, molto sommaria, costruita sulle carte di cui ho preso visione in tanti anni, forse non sarà quella giusta, aspetto qualcuno che la smentisca e sono a disposizione per approfondimenti e chiarimenti su questa mia tesi.
Giovanni Corrieri