Storia della chiesa vecchia
CHIESA DEI SANTI JACOPO E PIETRO (XVI sec.)
La chiesa, costruita nel secondo decennio del XVI secolo, sostituiva una più antica chiesa (IX sec) distante “in terzo di miglia”, proprio la misura che separa questo pianoro da quello “sopra Saccuccio” dove ancora sono visibili i pochi resti della chiesa del IX secolo ricordata come “San Pietro in Montelabro”. La consacrazione di questa chiesa avvenne nel 1564 ed al nome di San Pietro fu aggiunto quello di Sant’ Jacopo a ricordo della diruta chiesa del castello di Scopeto, non distante da quello di “Valcuneghisi” intitolata, appunto, ai Santi Jacopo e Cristofano (o Cristoforo), a testimonianza del passaggio di pellegrini (si trovava lungo una delle vie Francigene). La chiesa, ad aula unica, aveva due cappelle oggi tamponate: a sinistra la cappella della Madonna del Rosario, a destra quella di San Sebastiano ed era dotata, come era d’obbligo nel ‘500, di ben quattro “buche” per le sepolture: a destra, davanti alla cappella di San Sebastiano, quella degli uomini, a sinistra quella delle donne e all’interno della cappella della Madonna quella dei “pargoli”; davanti l’altar maggiore quella dei “preti”. Sempre nel ‘500 l’altare maggiore venne impreziosito con affreschi di notevole pregio di cui oggi restano i pochi segni ma che si possono ammirare, strappati e restaurati, all’interno della chiesa “nuova”. La pala si componeva di tre cicli realizzati in tempi diversi: nella lunetta in alto la crocefissione, al centro la natività fra San Pietro e Sant’Jacopo e in basso una deposizione che, anche se ritoccata durante alcuni restauri settecenteschi, si può attribuire, anche se con molta cautela, alla scuola del “Cigoli”. Nel ’66 la chiesa di San Pietro e Sant’Jacopo fu elevata a “Propositura” e “dotata” di alcuni poderi. Il suo declino è iniziato all’inizio del ‘900 quando venne costruita, poco distante, una nuova e più imponente chiesa dedicata anch’essa ai Santi Pietro e Paolo.
“sic transit gloria mundi”
IL CAMPANILE
Il bellissimo campanile, interamente in cotto, costruito dal proposto Giovanni Dani nel 1888 in stile pisano, culminante con terrazzino balaustrato si slancia a tre ripiani, ciascuno con bifore goticizzanti. Ci sono tre campane: il “campanone” interamente fuso da don Giovanni Dani nel 1883 e dedicato a nostro Signore, la “mezzana” dedicata alla Madonna del Rosario e la “piccina” dedicata a San Sebastiano.
Corrieri Giovanni
“Divina Essentia”, mostra di Massimo Barlettani
All'interno della storica Chiesa di San Pietro (ormai ridotta a ruderi) a Balconevisi (San Miniato, Pisa), domenica 21 ottobre 2018, è stato possibile visitare l'installazione pittorica di Massimo Barlettani dal titolo "Divina Essentia", ideata e curata da Filippo Lotti. Una rassegna a tema, incentrata sul costante dialogo che l’artista Massimo Barlettani intrattiene con le espressioni della comunicazione, percorrendo le vie di una ricerca tesa ad allargare le pareti dell’estetico.
Soltanto quattro opere pittoriche di grandi dimensioni installate all'interno e all'esterno della chiesa in un dialogo "intimo" tra il luogo e la pittura "delicata" e intimista dell'artista.
Il titolo della mostra, "Divina Essentia", vuole rimandare al luogo, introdotto con la citazione latina, e anche all'essenza e al profumo che idealmente emanano i fiori pittorici realizzati da Barlettani.
L'incontro con l'artista è previsto alle ore 18.30, nell'ora che volge al tramonto, quando, con un intrigante gioco di luci, sarà possibile ammirare appieno il progetto artistico.